venerdì 2 luglio 2010

Pubblicità sessista "ironica"

Non sempre sono stata sensibile come avrei dovuto al sessismo e alla misoginia che traspare dappertutto in questa povera Italia; non che una volta non me ne accorgessi o non mi importasse: semplicemente accumulavo passivamente opinioni, frasi, immagini, sottintesi come tante donne fanno perlopiù passivamente, rassegnate o addirittura stando al gioco maschile dell'"ironia", per non passare da rompicoglioni o femministe assatanate (basta poco eh, una frase di dissenso, un piccolo rifiuto ad adeguarsi allo stereotipo, ecc.).
Poi, diciamo la verità, l'essere lesbica m'ha risparmiato molte situazioni di contiguità con l'essere maschile e di conseguenza molte rotture di scatole (non tutte, che le mie belle molestie le ho avute come tutte le donne, via, e non basta essere poco attraenti per esserne risparmiate del tutto); la mia attenzione poi era rivolta ai miei problemi di socialità lesbica - di come venivo considerata dal maschio poco m'importava.
Adesso che sono un po' fuori da tante problematiche e socializzazioni mi rendo conto di quanto fastidio sotto sotto avessi accumulato vivendo in una società ancora maschilista come questa. L'avvento dell'era berlusconiana  non ha fatto che accentuare certe dinamiche già presenti ancora prima (nulla viene fuori dal nulla). Inutile parlare del becero maschilismo del "nostro" premier e della classe politica a lui affine, del velinismo, dell'imperversare di tette e culi a ogni ora e ormai in ogni rete televisiva, non solo le Mediaset; alle pubblicità di ogni tipo (carta stampata, cartelloni, tv) in cui la donna è carne esposta un tanto al chilo, ecc.  - sono cose note a chi ha occhi per vedere.
Questa è la parte visibile di una cultura ancora profondamente sessista anche nei numeri ( basta essere un minimo informati per conoscere la distanza che ci separa da altri paesi in termini di parità uomo donna nei lavori - specie nei livelli più alti, dirigenziali - nelle retribuzioni, nelle ore di lavoro domestico, ecc.); quello che a me più spaventa è il sostrato di questa parte "becera" del sessismo - quel sostrato che riguarda destra e sinistra, persone colte e persone ignoranti.
Uno pensa che certi traguardi siano dati per assodati, che da lì al limite non si va tanto avanti, ma non certo indietro - invece non è così. Forse è una mia impressione credere che tanti degli uomini di sinistra una volta non avrebbero mai giudicato superficialmente certe immagini o pubblicità scopertamente maschiliste o comunque piene di stereotipi di genere?
Leggere prego questo articolo di "Leonardo", blogger la cui fama lo ha portato a tenere una rubrica fissa sul sito de "L'Unità": lo indico solo perchè mi è capitato sott'occhio recentemente, ma è uno dei tanti segnali che arrivano da ambienti di "sinistra" riguardo la questione dell'immagine della donna.
Ora, dire che:
     "...lo spot Fernovus Saratoga non esibisce il corpo delle donne. Non lo fa..." 
e: "...Lo so che c'è del sessismo nel messaggio “è una vernice così facile che può usarla anche una donna senza sporcarsi”, però mi sembra un sessismo innocuo: credo che anche il giorno in cui le donne avranno raggiunto l'assoluta parità continueremo a raccontarci barzellette su donne che non sanno parcheggiare e uomini che non riescono ad accendere la lavatrice. Peraltro l'uomo dello spot (una faccia da culo perfetta, complimenti al casting) ha un ruolo piuttosto passivo: sono le due donne ad avere in mano, oltre al pennello, il controllo della situazione."
Prima cosa: una pubblicità non è che automaticamente è meno volgare o - come in questo caso - meno sessista perchè non esibisce il corpo nudo della donna!
Seconda cosa: il sessismo "innocuo" può esistere forse nei paesi dove di maschilismo e sessismo non ne hanno a vagonate come qui (forse il nord Europa, diciamo); in Italia aggiungere stereotipo a stereotipo non mi depotenzia niente, fa sorridere solo i maschietti che magari non hanno avuto fino ad adesso il coraggio di uscir fuori allo scoperto con i loro vecchi stereotipi e barzellette cretine e muffose.
Terza cosa: come si fa a dire che che le donne hanno il controllo della situazione! E' tutto in funzione del maschio, del suo sguardo, della sua approvazione (come al solito): mettere le donne al centro di qualsiasi rappresentazione e dire che è lei che conduce e dirige (come in "casa", dove la donna "regna" - come no, a stirare lavare cucinare - bell'impero che si è "costruita") è un vecchio discorso dell'uomo che è abile a ribaltare i termini delle cose, i rapporti di potere.
Quarta cosa: le barzellette sulle donne che non sanno parcheggiare girano ancora adesso (vedere i filmati su Youtube ), e girano in quantità industriale da decenni. Di contro degli uomini che non sanno accendere la lavatrice se ne accenna a livelli risibili, e quasi come una boutade simpatica: nessuno ci crede come invece si crede verità rivelata che tutte le donne siano incapaci di guidare (en passant, di maschi che non sanno parcheggiare ne vedo quotidianamente, e tanti!).

"Suvvia, un po' d'ironia..." dice il maschio italico di sinistra. Manco gli sfiora l'idea, a queste persone, che l'ironia ha poco senso in un paese dove ancora le donne devono dimostrare di non essere mignotte solo perchè si vogliono vestire come gli pare, che non sono acide e supponenti solo perchè non la dànno, che valgono come persone anche se sono "cozze", che se si sentono offese perchè vengono usate come carne nuda da abbinare a cose e prodotti non è perchè sono bigotte e moraliste, che se cercano la parità con l'uomo non è per castrarli o prendersi "delle rivincite" (tipico di questi uomini rovesciare sugli altri il proprio modo di pensare).
Come si fa a vedere uno spot come quello che ho linkato della Saratoga come una "raffinata" citazione del porno anni settanta/ottanta non lo so; cioè, lo sarà pure per chi con quei porno è cresciuto - sdoganiamo anche il porno allora (che non ha nulla a che fare con il sessismo e la visione della donna come oggetto sessuale, no no) - messaggio dunque rivolto a una minoranza: o no?
Comunque, facciamo che accogliamo lo stesso la "raffinata citazione": mi spiace di non avere gli strumenti culturali per decodificarla - e immagino come me gran parte del pubblico femminile. Questa pubblicità è troppo avanti coi tempi - supponendo un futuro (improbabile) dove il maschilismo del XX° e XXI° secolo siano cosa passata, una pubblicità del genere forse avrebbe anche senso: oggi mi sa di "giochetto" tra maschietti che ripensano con nostalgia ai filmetti porno soft della loro adolescenza - ancora un luogo del loro immaginario dove la donna è strumento, come al solito.

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