giovedì 24 giugno 2010

Le mie giornate al 24° Festival Mix

Quest'anno ho potuto prendermi un periodo di riposo coincidente con l'annuale Festival del cinema gay e lesbico di Milano. Da non molto la dicitura esatta della manifestazione è: (24°) Festival Mix di cinema gaylesbico & queer culture, e si svolge ormai da qualche anno al Teatro Strehler - davvero un'ottima locazione dopo averne provate di scomode in passato.
Non sono andata alla giornata inaugurale, il 22 giugno, ma ieri ho visto tutti e tre i film in programma.  Alle 19 hanno proiettato "Redwoods" (Sequoie) un film ultraromantico che un sito (qui la recensione del film) definisce il "I ponti di Madison County" versione gay. La trama è molto semplice: in un paesino immerso nella sfolgorante natura del Nord California abita Everett con il suo compagno e un figlio forse autistico (adottato?); questi ultimi partiranno per un viaggio lasciando solo Everett per una settimana (si intuisce che il rapporto della coppia è un po' arido e insoddisfacente). Nell'amena cittadina arriva l'aspirante scrittore Chase, ed è subito evidente attrazione con Everett, che gli farà da guida e compagnia (scene idilliache in mezzo alle sequoie giganti, a pesca nel fiume, scene che si vorrebbero divertenti con i genitori di Everett, ecc.).
Everett ha ormai una famiglia, che non vuole distruggere, però alla fine cede alle lusinghe della carne; è chiaro però che le strade di Chase ed Everett si devono dividere al termine della settimana di vacanza/lavoro di Chase (e il ritorno del compagno e del figlio di Everett).
La sala era abbastanza piena, forse non abbastanza sdolcinatamente romantica per reggere fino alla fine. La scena che ha fatto piombare nell'ilarità il pubblico è giunta verso la fine, quando Chase va a dare un'ultima occhiata ai bei paesaggi fondali del suo amore impossibile; non si sa come Everett riesce a raggiungere quel posto prima che Chase torni alla sua vita, Chase (che è di spalle) si volta lentamente con sguardo languido verso Everett (che è lontano diversi metri): scoppio di risa di massa liberatorio.
Vi risparmio le scene finali (i due amanti si erano dati appuntamento lì dopo 5 anni esatti - non si sa perchè - e, sorpresa, arriverà invece una donna, cugina di Chase, a portar brutte notizie: nessuno si è commosso però).

Il film bello della serata è stato quello delle 20 e 40, "The Big Gay Musical". Anche se le idee non sono originalissime lo svolgimento è a pieni voti - film davvero divertente, pieno di battute (alcune scene sono davvero esilaranti) e recitato molto bene: mi auguro una prossima uscita nella pur  non vasta produzione di dvd a tema.
Come si evince dal titolo il film narra parallelamente lo svolgimento di un musical che reinterpreta la storia biblica secondo un'ottica gay (ipotizzando una seconda creazione dopo Adamo ed Eva un po' più "divertente" per Dio: Adam e Steve),  e la storia privata dei protagonisti, in un intreccio alternato di pezzi musicali (al solito molto divertenti e ben fatti - i balletti degli angeli sono davvero un portento) e vicende d'amore dei due interpreti principali: Paul è alla ricerca di un legame vero, una storia d'amore che non sia solo sesso, Eddie invece cerca di conciliare la fede con la sua omosessualità, fino ad allora vissuta solo virtualmente (che è poi il tema del musical, che a un certo punto si trasferisce ai giorni nostri e mostra tra le altre cose degli esilaranti siparietti con due teleevangelisti con la missione di guarire gli omosessuali - grandissimi i due attori!).
Certo, il film ha i contorni un po' da favola di tutti i musical a lieto fine, tuttavia i temi che tratta mi sembrano importanti - e certe battute corrosive contro certa religione altrettanto. La sala dello Strehler era pienissima e ha accolto con entusiasmo "The Big Gay Musical" - ci voleva dopo le delusione di "Redwoods".
Invio al sito del film dove si può vedere anche un trailer - non molto indicativo tra l'altro.

Non male anche il film lesbico che ha chiuso la serata: "The Secret Diaries of Miss Anne Lister" è un altro di quei film molto curati di ambientazione storica che la BBC non teme di produrre e distribuire come fosse cosa normale (con scene abbastanza esplicite di baci e sesso che qui susciterebbero scandalo a oltranza). La storia si rifà a una vicenda vera: Anne Lister visse nello Yorkshire nella prima metà dell'Ottocento, erede di terre che poi sfruttò aprendo delle miniere di carbone ed entrando in competizione con i signori del luogo che spadroneggiavano fino ad allora. Donna forte e determinata visse il proprio lesbismo senza cedere a compromessi (compromessi a cui giunse la sua compagna amatissima, che la lasciò per fare un matrimonio di convenienza), e nei diari citati racconta la sua vita piena di donne e relazioni usando un codice che è stato svelato più di 150 anni dopo (se ne parla qui in diversi link nel sito che la BBC dedica a questo film).
Le attrici e gli attori sono di livello, come al solito; si segnala la presenza dell'attrice Anna Madeley (che interpreta l'amata Marianna) già vista in "Affinity" l'anno scorso al festival (tratto da un libro di Sarah Waters). Scenografie curate, ottimi i dialoghi, interessante un certo realismo forse più contemporaneo che storico - il tutto mediato dal tipico humor britannico che in certe scene assume una verve scopertamente comica.

1 commento:

  1. Il film su Anne Lister mi è piaciuto. Mi ha emozionato tanto e al contempo inorgoglita con riverenza. Il dolore per il tradimento di un amore profondo e unico, la furbizia nel parlare dei sentimenti in codice per 4.000.000 di parole, il coraggio di scelte controcorrente rendono Anne Lister già di per sé stessa una eroina incomparabile, ma il modo di tradurre in film questa storia vera da parte del regista mi è sembrato rispettoso e accattivante. Intensa e brava l’attrice nel rendere le emozioni e le passioni della Lister. Anch’io ho notato retrospettive contemporanee, soprattutto nei costumi, ma non trovo che guastino: tutto sommato Anne, per quell’epoca, con la sua vita è stata una futurista. Però, trattandosi di un film, seppur biografico, avrei preferito vedere qualche scena in più della vita di Anne insieme a Ann Walker, attardando un po’ la fine che invece mi è sembrata sbrigativa. Un atto dovuto, secondo me, se non altro perché, nella vita reale, alla morte della Lister la Walker sembra essere finita in manicomio. Perché pazza o perché fatta credere pazza dai parenti? Solito dilemma quando si parla di omosessuali ante decreto sanità mondiale. (E a chi avesse dei dubbi in proposito suggerisco di vedere il film documento spagnolo “Electroschock”, che deve essere passato anch’esso alcuni anni fa al festival di Milano, tratto da una storia vera durante il periodo franchista, quindi non molto lontano da noi. Inoltre, divagando ancora un poco, invito a chiedersi seriamente che senso hanno ancora i test sugli omosessuali, di cui abbiamo anche letto in un blog suggerito da Carol, stiamo forse tornando indietro?)
    Anonimo 46
    N.B.: Il documentario “ The real Anne Lister” curato da Sue Perkins ancora non sono riuscita a vederlo, qualcuno l’ha visto e può parlarmene? Grazie.

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